Dog4Life ONLUS
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Progetti : "Marco e Nasi"

Progetto "UN CANE PER LA VITA"/2004-2005

 

Il progetto

"Un cane per la Vita" è una novità: anziché acquisire un cane di assistenza già addestrato, è il disabile stesso ad allevarlo e addestrarlo. Una pratica molto diffusa all'estero, per esempio in Gran Bretagna, dove l'addestratore Luca Migliavacca ha seguito corsi specifici prima di importare la tecnica in Italia.

Nationale Suisse ha contribuito all'iniziativa coprendo i costi di acquisto del cane, prime vaccinazioni, mantenimento fino ai 4/5 mesi, assicurazione r.c.t. per 10 anni e training completo presso l'abitazione del disabile.

 

I protagonisti

Nasi è un bell'esemplare di Labrador Retriever gialla, dall'Allevamento Curtis Canava. Nata in dicembre, è un vero portento. La sua preparazione è iniziata a 60 giorni nel febbraio 2004, presso l'abitazione di Cristiano Arcostanzo, l'Istruttore cui è stata assegnata.

Il disabile che prenderà Nasi con sé alla metà di aprile è Marco, un ragazzo di 20 anni della provincia di Varese, tetraplegico dal 2002 a seguito di un incidente stradale.

Marco e la famiglia hanno adottato quindi Nasi dai 4 mesi circa, dovranno garantirle una buona qualità di vita e seguirne l'addestramento per circa un anno.

 

Il metodo

Il disabile stesso addestra il cane sotto la supervisione dell'Istruttore. Ogni esercizio si basa sul processo di modellaggio: il cane è rinforzato sempre positivamente con premi e gratificazioni, mai costretto o punito.

Individuare il binomio cucciolo-disabile massimizza l'esito dell'intervento tecnico-addestrativo. L'istruttore segue il cane dalla nascita alla prima adozione (60 giorni), proponendo da subito le situazioni-tipo e i primi comandi, mentre si impartisce un'educazione teorica di base al disabile: il metodo impiegato, le implicazioni psicologiche dell'adozione, le operazioni che volgerà il cane e come richiederle.

Dai 60 ai 100/120 giorni l'istruttore imposta le attività di socializzazione del cane (persone, altri cani, oggetti, materiali, suoni) e gli propone situazioni che dovranno diventare familiari (folla, traffico, ospedali, passaggi stretti, interruttori, maniglie, ecc.).

Attraverso vari incontri il cane entra poi in contatto con il disabile e la sua situazione (la carrozzella, la casa, i ritmi di vita, gli spazi, ecc.).

Il cucciolo passa quindi sotto la tutela del disabile: da questo momento dipende da lui e dalla sua famiglia interamente, per quanto riguarda affetto, cibo, svago ed esercizio fisico. Infine, la fase di "formazione" tecnica: 2/3 giorni a settimana - a casa del disabile - l'istruttore insegna al binomio cane-disabile a ottimizzare il rapporto in termini di aiuto pratico, di affetto e compagnia.

 

I risultati

Il cane non sostituisce del tutto l'assistenza umana, ma colma molte lacune fisiche del disabile e diventa un prolungamento ideale di arti e volontà.

È un aiuto affettivo e un canale di comunicazione fra il disabile e il mondo.

Il cane svolge compiti pratici, come aprire e chiudere le porte, accendere e spegnere interruttori di luce e TV, chiamare l'ascensore, consegnare un oggetto a qualcuno, raccogliere oggetti caduti, chiamare soccorso in caso di emergenza. Il cane di assistenza offre spontaneamente compagnia, amore e affetto incondizionati, un senso di sicurezza e di supporto.

Nel periodo in cui impara a prendersi cura del cane il disabile prova un senso di conquista e soddisfazione per i risultati raggiunti, che favorisce l'autostima e la motivazione.

L'acquisizione di una maggior sicurezza ha motivato molti disabili a imparare nuove professioni, iscriversi all'università, tornare al lavoro, uscire di casa, acquisire indipendenza.

Cosa ne pensa Marco...

"..Pensavo che un cane fosse solo un elemento di compagnia all'interno della casa e invece mi sbagliavo, sa capire i tuoi stati d'animo, sa farti sorridere, ti consola, ma soprattutto come nel caso della mia piccola Nasi, ti permette di riprendere in mano la propria autonomia e quindi la propria vita. Un grazie a tutto lo staff di DOG4LIFE per il prezioso contributo e un grazie alla mia Nasi per avermi permesso di tornare a vivere come prima." Marco 

Progetto FYDO
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